“IO SOTTOSCRITTO LASCIO IN EREDITÀ UN SOGNO”, L’INIZIATIVA AIL DEDICATA AI LASCITI SOLIDALI PER SOSTENERE CHI LOTTA CONTRO I TUMORI DEL SANGUE
Lasciare una traccia di sé anche quando non ci saremo più e fare in modo che le persone in difficoltà possano essere aiutate attraverso un dono, grande o piccolo che sia, lasciato nelle ultime volontà ad AIL. È questo il tema al centro della seconda edizione dell’evento “Io sottoscritto lascio in eredità un sogno” organizzato da AIL. La diretta streaming dell’incontro è andata online il 19 novembre con lo scopo di raccontare, attraverso riflessioni e testimonianze, l’importanza del lascito solidale per sostenere tutte le persone che in Italia lottano quotidianamente contro i tumori del sangue.
Il focus dell’iniziativa online quest’anno è dedicato all’assistenza socio-sanitaria, cioè alle cure domiciliari, alle case AIL, al servizi socio-assistenziali e all’assistenza psicologica, servizi fondamentali per i malati in questa emergenza sanitaria. Stare accanto ai pazienti ematologici e alle loro famiglie è una delle principali missioni di AIL che, da oltre 50 anni, li accompagna in tutte le fasi del lungo e spesso sofferto percorso della malattia.
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“Fare un testamento solidale in favore di AIL è un atto di amore e consapevolezza, che può cambiare la vita delle persone che ogni giorno, in Italia, lottano contro i tumori del sangue. Significa avere “migliaia di eredi” - i nostri pazienti, i nostri medici, i nostri ricercatori e i nostri volontari - e contribuire a dare loro un futuro ricco di speranza – dichiara Sergio Amadori, Presidente Nazionale AIL – I proventi da lasciti solidali raccolti negli ultimi anni da AIL e dalle sue sezioni sono raddoppiati nell’ultimo anno, superando i 3 milioni di euro, fondi rendicontati con trasparenza che ci hanno permesso di sostenere progetti di ricerca scientifica e di assistenza di alto valore sanitario e sociale in campo ematologici. Ma i numeri non sono sufficienti a restituire l’inestimabile capitale umano che AIL investe nell’impegno e nell’assistenza al fianco del paziente, in tutte le delicate e difficili fasi della malattia. C’è ancora tanto da fare, ma con un gesto di generosità, anche piccolo, si può fare la differenza”.
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