LMA refrattaria o recidivata: a confronto due regimi di condizionamento

Un recente studio retrospettivo multicentrico pubblicato su Bone Marrow Transplantation, ha arruolato 346 soggetti con diagnosi di LAM recidivata/refrattaria trapiantati nell’arco di 10 anni (2010-2020). Lo scopo è analizzare l'efficacia e la tollerabilità di due regimi di condizionamento con farmaci diversi p Scopri i risultati

Leucemia acuta mieloide: due regimi di condizionamento a confronto

Lo studio: le premesse

Il trapianto di midollo allogenico rimane, a oggi, l’unico approccio potenzialmente curativo delle leucemie acute mieloidi (LAM) ad alto rischio o recidivate/refrattarie dopo precedenti terapie. La preparazione al trapianto di midollo consiste nella somministrazione di farmaci chemioterapici (il cosiddetto “regime di condizionamento”), volto a preparare l’organismo ad accogliere le cellule staminali emopoietiche del donatore. Tuttavia, queste terapie possono essere associate ad effetti collaterali anche severi, soprattutto nei pazienti più anziani o con comorbilità.

In un recente studio retrospettivo multicentrico pubblicato su Bone Marrow Transplantation, gli autori hanno analizzato se regimi l’uso di regimi di condizionamento con farmaci diversi potessero essere associato a diversi gradi di efficacia e tollerabilità, in pazienti adulti con diagnosi di LAM recidivata/refrattaria e quindi candidati a trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

In particolare, i due regimi di condizionamento studiati sono stati quello FT14 (composto dai farmaci fludarabina e treosulfano) e FB4 (contenente fludarabina e busulfano). Il treosulfano, un profarmaco del busulfano, è oggetto di crescante attenzione in questo contesto per aver mostrato in precedenti studi un’efficacia comparabile al busulfano e una migliore tolleranza, soprattutto in pazienti più anziani

I risultati della comparazione dei due regimi

Allo studio sono stati arruolati 346 pazienti trapiantati nell’arco di 10 anni (2010-2020): 113 pazienti hanno ricevuto FT14 e 133 pazienti FB4. L’età mediana era 54 anni. I pazienti che hanno ricevuto treosulfano erano significativamente più anziani rispetto agli altri e più spesso trapiantati da donatore non familiare.

I ricercatori, comparando i due regimi di condizionamento, hanno rilevato che:

  • con un follow-up mediano di più di 2 anni, l’incidenza cumulativa di recidiva di malattia era del 43% nel gruppo treosulfano, rispetto al 53% del gruppo busulfano, mentre la mortalità correlata alla tossicità da trapianto e non legata alla recidiva era del 20% col treosulfano e 22% col busulfano;

  • complessivamente, la sopravvivenza libera da leucemia a 2 anni è risultata del 36% col treosulfano (sopravvivenza globale del 44%), rispetto al 24% col busulfano (sopravvivenza globale del 34%);

  • l’incidenza di Graft versus Host Disease (GVHD) severa, sia acuta che cronica, principale complicanza legata al trapianto, era simile tra i due gruppi di pazienti;

  • il regime di condizionamento è risultato l’unico fattore predittivo di sopravvivenza globale, di sopravvivenza libera da leucemia e di sopravvivenza libera da GVHD e recidiva.

I ricercatori concludono quindi che, nei limiti di uno studio retrospettivo, i regimi chemioterapici di condizionamento al trapianto costituiti dall’associazione treosulfano e fludarabina potrebbero essere una efficace opzione nei pazienti con LAM recidivata/refrattaria.

Referenze bibliografiche

Bone Marrow Transplant 2023;58(10):1084-88

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37420011/

Scopri le altre news