Don Maurizio racconta
C'è un profumo di rose nell’aria, un profumo che mi rimanda a luoghi fantastici, a farfalle che impollinano il mondo, a canti di usignoli. È maggio! I pomeriggi si allungano, la vita sembra tornare a sorridere, il tramonto del sole è più lontano…
È pomeriggio inoltrato quando, davanti al cancello, scorgo tre volti: un papà che chiamerò “occhi di cielo”, una mamma che chiamerò “mamma coraggio” e una ragazza che chiamerò “Luce”.
Nel loro cuore si legge fatica, tanta fatica, ma anche un’immensa speranza: che l’ultima parola non appartenga alla morte, ma alla vita!
Si accomodano, si presentano, si raccontano e per le loro parole sento vibrare il cuore… sento che questa storia mi appartiene, mi riguarda.
È una storia da vivere insieme: “Luce” è ammalata di Linfoma di Hodgkin.
Due anni, mentre tutto attorno era bello, gli amici, lo studio, i progetti, l’amore, il suo corpo inizia a inviare dei segnali di fatica…
È stato difficile raggiungere una diagnosi: in due anni la sua vita ha conosciuto lacrime, disagi, paure, molteplici indagini diagnostiche… poi il risultato… c’è una battaglia da combattere!
Ho provato a pensare, mentre ascoltavo, alle domande che Luce si sarà fatta: decidere se abbandonare i sogni che la vedono universitaria prossima alla laurea o continuare a sognare certa che “se puoi sognarlo, puoi farlo”; chiedersi il perché proprio a lei; domandarsi quale sarà l’epilogo…
Iniziano le terapie: primo ciclo di chemio, protocollo ufficiale ABVD: lotta insieme con i suoi fino alla vittoria, quando, le viene detto che è tutto passato, che ce l’ha fatta… Ma la gioia dura poco: appena un mese e poi la malattia si ripresenta più aggressiva di prima.
Si procede con la BEACOPP: ricomincia la battaglia con la forza di chi ha accanto dei genitori splendidi, due fratelli che, pur nel silenzio, hanno paura di ciò che può accadere e, soprattutto la umana professionalità dell’equipe medica che a Brindisi la segue senza lesinare tempo ed energie, conoscenze e competenze.
Nel frattempo, nonostante le terapie, Luce ha deciso di discutere la Laurea: 18 ottobre 2011. Quanto coraggio deve esserci nel cuore di chi non rinuncia ai suoi sogni!
Ascolto la storia e mi chiedo: perché sono qui da me? Cosa posso fare come uomo dinanzi a tanta sofferenza?
Occhi di cielo mi sussurra col cuore: “la mia bambina deve guarire”!
Mamma coraggio lo sostiene dicendo: “ce la faremo”!
Luce guarda entrambi, guarda me e in quello sguardo è nata un’amicizia che mi ha dato il privilegio di esserle accanto ogni giorno, ogni attimo, raccogliendo le sue confidenze, asciugando le sue lacrime, incoraggiando la sua fatica, gioendo per i piccoli traguardi che raggiungeva.
Da quel giorno la sua storia è diventata la mia storia. I suoi successi sono diventati occasione per la mia gioia. Le sue domande sono diventate le mie domande. I suoi silenzi sono stati i miei silenzi.
Ho vissuto accanto a lei la terapia ulteriore col Cisplatino. Dopo la verifica diagnostica sembra che la situazione sia migliorata in maniera irrisoria.
Qui la grande professionalità di chi ha avuto il coraggio di fare ciò che altri, forse, avrebbero ormai ritenuto inutile: si decide per il trapianto che sarà fatto il 18 ottobre 2012
Sarà un ricordo indelebile nella mia mente quel vetro oltre il quale vedevo scorrere le ore, i giorni, nascondendo a Luce paure e ansie.
Non è permesso a chi vive accanto a chi soffre di mostrare sofferenza: essere “cirenei” vuol dire aiutare in silenzio l’altro a portare la sua sofferenza.
Se esiste un modo per misurare la paura, come suo amico, credo che non sperimenterò più paure simili nella mia vita. La paura vera è quella che nasce dal sapere che, chi ami, potrebbe non farcela.
Sono passati i giorni…. il ritorno a casa… i controlli… la RADIOTERAPIA…
Luce non si è fatta mancare niente: forse per dire a tutti che possono farcela anche quando ormai sembra tutto finito.
Accanto a lei ho imparato che “la sofferenza non è qualcosa, ma la mancanza di qualcosa” e solo quando ne diventi consapevole, puoi riappropriarti della tua vita.
Ho imparato che in chi soffre c’è un mistero infinito che chiede solo di essere custodito.
Ho imparato che non c’è amore più grande di chi dà la vita per chi ama, perché occhi di luce e mamma coraggio non hanno esitato un attimo a rendersi pronti a donare la loro vita per lei.
Ho imparato che le lacrime sono le parole che non siamo capaci di dire e che asciugandole le stiamo solo imprimendo nel cuore.
Ho imparato che c’è più forza nel reggere la verità che nel sopportare una bugia.
Ho imparato che si comunica più con uno sguardo che con le parole.
Ho imparato che non sei tu a tenere la mano di chi soffre, ma è la sua mano che, stretta alla tua, sostiene i tuoi passi.
Ho imparato che la vita acquista una Luce diversa quando puoi essere per gli altri un sostegno e un invito a continuare a sognare.
Ho imparato che senza il desiderio di Cielo, i nostri occhi sono spenti e la nostra vita non ha un fine.
Ho imparato che senza Coraggio non c’è speranza e senza speranza non c’è futuro.
Sì: Luce ce l’ha fatto perché nei suoi ha trovato il cielo e il coraggio e… chissà….forse in me ha trovato per sempre un amico.
Don Maurizio
Storie di chi sostiene