La storia di Storia di Anna Maria - La miss della vita
Anna Maria Anselmi nasce ad Avezzano, Abruzzo. Si ammala all’età di 10 anni passa un’infanzia in cura a Roma, ma lotta e sconfigge la malattia. Ora ha 21 anni e studia Psicologia Clinica, è istruttrice di nuoto ma insegna qualcosa che è molto più di nuotare: a non lasciarsi andare e a individuare l’ostacolo per superarlo. In passato è stata ad un passo dall’entrare in finale a Miss Italia.
Ti ricordi quando è cominciato il calvario?
«Era il 1997, avevo 10 anni e in quel periodo praticavo molto sport.
Non c’era nessun motivo perché mi ammalassi, ma un forte mal di schiena non mi lasciava dormire. Durante i mesi seguenti sono stata da molti specialisti ma nessuno sapeva spiegarmi il motivo del mio malessere. Un giorno, a causa di una forte febbre, mi sono dovuta ricoverare in ospedale e dall’ emocromo risultava una forte percentuale di globuli bianchi. Il sesto senso della dottoressa mi ha incamminato verso Roma, dal professor Mandelli che mi ha diagnosticato una leucemia linfoide acuta».
Come reagisce una bambina?
«Ricordo che ero in ospedale giocando con le volontarie mentre i miei genitori stavano ricevendo la triste notizia. Non avevo idea di quello che sarebbe successo di lì a cinque anni. L’onestà dei medici nel dirmi cosa avevo mi ha fatto entrare prima nel meccanismo di lottare; ero dispiaciuta ma non avevo paura, i miei capelli sarebbero caduti ma dentro di me ero convinta che un giorno sarei tornata a pettinarmeli».
Questa determinazione ha aiutato anche i tuoi genitori?
«Certamente. A 10 anni non ti rendi conto di quello che ti succede intorno, se i tuoi genitori sono tristi automaticamente sei triste anche tu, sei condizionato da loro che ogni giorno prestano le loro attenzioni su di te.
Percepivo la loro paura, e il mio cambiamento fisico non mi aiutava. Ma stare a contatto con i medici e i volontari ti dà la forza per capire la malattia, e nel giro di una settimana il gonfiore e i capelli erano “imperfezioni” secondarie. Dovevo cominciare a lottare perchè il mio corpo aveva bisogno di me».
Credi che esserti ammalata così presto ti abbia fatto crescere “più in fretta”?
«Ti dico un segreto; io ora mi sento una roccia, sì, una roccia che non ha paura di niente. Quello che si passa è terribile, non sai mai se quello per cui stai lottando valga effettivamente la pena, vuoi che le cure facciano effetto all’istante e l’agitazione ti domina. La pazienza fugge, e hai paura di non riuscire a resistere. Tutti questi aspetti ti fortificano e ti fanno capire la differenza
sostanziale tra le cose importanti e quelle che invece non lo sono. Io ora vedo le mie amiche che si lamentano per cose di cui non mi sognerei mai di lamentarmi. Apprezzo la vita nella sua essenza, una passeggiata in un parco o qualche ora con mia madre a fare shopping sono cose che prima non riuscivo a sopportare come faccio ora».
E i tuoi studi? Come li hai superati?
Immagino non sia stato facile… «No, al contrario. Il primo anno in cui sono stata alla “Residenza Vanessa” (Casa AIL di Roma ndr), ho anche frequentato la Scuola in ospedale. Tutti gli esami che ho dato li ho passati da privatista, ma quello che più mi è mancato è il contatto con un compagno di banco».
Il tuo “rientro” nella società quotidiana?
«Passare tanto tempo tra casa e ospedale ovviamente ti toglie il ritmo di vita, ma devo dire che uscire dalla malattia e guarire non ha prezzo e il rientro è stato più che naturale. Una volta riacquistato l’aspetto fisico tutto ciò che hai passato te lo porti dentro, ma con la consapevolezza di essere riuscita a sconfiggere una malattia importante come la leucemia, e viene spontaneo ricominciare a vivere».
Già, l’aspetto fisico, parlaci di Miss Italia
Ride. «Tutto è nato per gioco quando un amico mi ha fatto partecipare ad un concorso di bellezza. Sono diventata Miss Abruzzo e di lì a poco mi sono ritrovata a Salsomaggiore Terme, per partecipare a Miss Italia. Ero circondata da ragazze bellissime ma alcune mi sembravano troppo dispiaciute per non aver passato la selezione. Anch’io non ho passato la selezione ma al contrario di loro ero felice dell’opportunità avuta, non per quella persa. I miei capelli erano di nuovo lunghi e lucenti e risplendevano quella positività che porto dentro».
Miss Italia è un sogno per tutte le ragazze, sicura di non aver avuto nessun rimpianto?
«Sì. Uno ce l’ho, non essere riuscita a passare per poter dire all’Italia che si può guarire dalla leucemia, che ogni giorno ci sono persone che dedicano il proprio tempo affinché sia un male curabile e che la strada è ancora lunga ma è quella giusta».
Fai volontariato?
«Ovviamente sì. Siamo andati in piazza per le Stelle e sicuramente andremo a vendere le Uova di Pasqua. Racconto la mia storia per dare forza e speranza a chi la cerca».
E di questo te ne siamo grati. Grazie Anna!
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