Da infermiere a paziente
Sono Francesco e lavoro con il 118 come infermiere. La mia vita è cambiata un anno fa, con una diagnosi che a 24 anni non ti aspetti: Linfoma Non Hodgkin. Di fronte a questo ostacolo enorme ho trovato una forza inaspettata, la voglia di continuare a vivere la mia vita nonostante tutto e l’aiuto di tante persone speciali. Se sono qui a raccontare la mia storia lo devo si medici che mi hanno seguito e alla ricerca, a cui va il mio grazie più grande. Perché oggi i tumori del sangue si possono davvero curare.
Mi chiamo Francesco, ho 25 anni, sono un Infermiere e lavoro con il 118. Il 16 novembre del 2024, dopo qualche mese in cui avevo iniziato ad avere strani sintomi, sono andati in pronto soccorso in quanto avevo difficoltà respiratoria. Sono stato subito ricoverato in quanto avevo un versamento pleurico massivo, respiravo a malapena con metà polmone.
Sin da subito i medici dalla TC avevano visto dei linfonodi sospetti e una massa toracica, che dopo aver fatto PET-TC e biopsia, si è rivelato un Linfoma Non Hodgkin Primitivo del Mediastino IV stadio. Il tumore era presente anche su fegato e costole. A 24 anni “hai un tumore” sono le parole che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire. Sei nel pieno della vita lavorativa e privata.
Eppure, il tempo di pensare a questo non c’era, era il tempo di agire, ma soprattutto di combattere. Durante tutta la malattia, fisico permettendo, sono stato il più possibile fuori casa, ho riscoperto abitudini e passatempo che a causa del lavoro e della vita frenetica avevo ormai dimenticato. Il 28 aprile faccio la PET finale ma ancora c’è qualcosa che non va, mi dicono di aspettare un mese e ripeterla, bisognava capire se fosse ancora malattia. Fu il mese dell’incertezza e della paura, inutile dirlo. Però sapevo, in cuor mio, che lui aveva trovato la sua strada.
Il 26 Maggio finalmente leggo sul foglio consegnatomi dal Primario dell’Ospedale di Tor Vergata, la parola “FINE” e da lì rinizia, la vita, quella da vivere e da apprezzare. Il mio Grazie va a me per essere stato un uragano di forza inaspettata, a tutti coloro che sono stati al mio fianco, dalla famiglia, agli amici, ai colleghi ma soprattutto va ai Medici e ad i colleghi Infermieri, al Primario dell’Oncoematologia dell’Ospedale di Tor Vergata per non avermi mai lasciato solo in una situazione tanto delicata per me.
Ci tengo a ringraziare anche la ricerca e i Ricercatori perché oggi i tumori del sangue si possono curare, si possono affrontare e le vie di salvezza sono davvero tante. La scienza sta facendo passi da Gigante. In bocca al lupo sempre a tutti e MAI mollare.
Francesco
Storie di combattenti