Storia di Mario
Tornando indietro di un anno e mezzo ora mi tuonano ancora più forti quelle parole:
“Dani mi hanno trattenuto in ospedale, informati cosa vuol dire……. pare che sono affetto da linfoma di hodgkin”. Chiamai subito il mio più caro amico, Giorgio e gliene parlai perché sapevo che lui mi poteva spiegare cosa volesse dire. “Dani purtroppo è una forma tumorale del sangue; preparatevi perché sarà un calvario”.
Piansi e piansi, non ebbi più lacrime, ma quando iniziò le sedute di chemio ero sempre con lui e smisi di piangere. Dovevo essere forte. Ma lui era più forte di me e di tutti. Ci trasmetteva quella forza. La sua forza verso la vita: lottava contro un nemico che non conosceva, ma che aveva dentro di sé e questa era la parte più complicata.
Mi resi conto che aveva intavolato con il suo mondo interiore un cammino che gli aveva permesso di ritrovare sé stesso.
Bello, atletico, pulito, senza vizi alcuni, era riuscito ad affrontare al meglio la chemio e successivamente la radio. A dicembre la malattia sembrava debellata per sempre.
Purtroppo è sempre lì dietro l’angolo che ti aspetta. I medici ci comunicano che dovrà riaffrontare cicli di chemio a dosi massicce per arrivare al trapianto.
Bisogna elaborare la malattia, fino ad arrivare a comprendere che essa è solo una parentesi della propria vita e, per quanto grave possa essere, bisogna avere la forza di combattere fino in fondo questa battaglia.
So che sei stato forte; sei stato un esempio per te stesso e per tutti noi che ti siamo stati vicini. Sempre starò con te. Purtroppo in questo anno trascorso senza di te sono cambiata, sono maturata e sì che sarei voluta maturare con il tempo e per ben altri motivi .
Teniamoci ancora per mano, parliamoci, camminiamo insieme, vogliamoci bene in tutto e per tutto, perché la forza dell’amore vince su tutto.
Daniela
Storie di combattenti