Intervista a Monica Ramazzotti, vice presidente di Testamento Solidale

“Fare rete su un tema così ‘difficile’ è stata una scelta vincente: sempre più persone valutano la possibilità di inserire  nel testamento un lascito solidale e lo fanno sempre prima, mediamente verso i 60-65 anni. Sono risultati importanti, perché con questa modalità di donazione è possibile veramente cambiare la vita di molte persone”.

Intervista a Monica Ramazzotti, vice presidente di Testamento Solidale

AIL dal 2013 è socio promotore di Testamento Solidale, un comitato di 22 organizzazioni che promuove la cultura del lascito in Italia. Perché l’Associazione ha ritenuto importante essere parte attiva in questo progetto? 

Ormai 6 anni fa, sotto l’impulso del prof. Franco Mandelli, ci siamo seduti intorno ad un tavolo assieme ad altre organizzazioni non profit per capire quanto fosse conosciuto il lascito solidale in Italia. Come primo passo abbiamo commissionato a società specializzate una serie di ricerche sul tema e ci siamo resi conto che, rispetto al contesto europeo, nel nostro Paese questa modalità di donazione non era conosciuta. Non solo. È emerso che gli italiani con difficoltà predisponevano in anticipo le ultime volontà, sia per un fattore emotivo che organizzativo, perché avevano molti dubbi sulle possibili modalità, sulla quota legittima degli eredi e sul funzionamento delle polizze.

Alla luce di questi risultati abbiamo deciso di investire risorse, sia umane che economiche, per sensibilizzare il pubblico e far capire quanto bene si possa fare agli altri scegliendo un lascito solidale. Il nostro obiettivo è quindi duplice: garantire una campagna di sensibilizzazione permanente e fornire informazioni, anche pratiche, a chi vuole inserire un lascito nelle sue volontà, avvalendoci del sostegno del Consiglio nazionale del Notariato.

Che risultati avete attenuto grazie all’azione del network?

Sicuramente Testamento Solidale ha contribuito a cambiare l’approccio verso il lascito in questi anni di lavoro e i numeri ci danno ragione. Nel 2013, secondo lo studio GFK Italia per il Comitato, gli Italiani avevano un gap di conoscenza e una resistenza psicologica e culturale alle parole “testamento” e “lascito”. Oggi sono circa 1.300.000 gli over 50 che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un "lascito solidale". Una platea, pari al 5% della popolazione, che sembra destinata ad estendersi oltre i 3 milioni. 

Inoltre ci siamo resi conto che l’età del nostro target di riferimento si è notevolmente abbassata. Oggi siamo intorno ai 60-65 anni, un ottimo indicatore perché significa che le persone iniziano a predisporre le proprie volontà con anticipo. L’Italia rimane però un fanalino di coda in Europa sul tema, quindi dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. 

Ad esempio il prossimo 12 settembre, alla vigilia della giornata internazionale del Lascito, il comitato Testamento Solidale organizzerà presso la Casa del Cinema di Roma una giornata di informazione e sensibilizzazione sul tema. Si parlerà di cosa significa per gli Italiani fare qualcosa di grande con un lascito. 

Perché il lascito è una modalità di donazione importante per il mondo non profit?

Quando si arriva a disporre un testamento spesso si ragiona su patrimoni e somme accantonate nel corso di molti anni, per cui si ha possibilità di fare una donazione che non possiamo permetterci quando siamo in vita. Scegliendo un lascito solidale, dopo aver pensato ai propri cari, ognuno di noi ha la possibilità di sostenere progetti che hanno un ampio respiro, come gli studi scientifici ad esempio, che hanno una durata di 5 o 10 anni. Pianificare e dare continuità ai progetti è essenziale quando si lavora nel terzo settore. Questa modalità di donazione è una delle migliori maniere per farlo. 

Come Investe AIL i fondi raccolti con i lasciti?

AIL, rispetto ai competitor diretti, ha una peculiarità che la rende unica: si occupa sia di ricerca scientifica ad alto livello sia di Assistenza al paziente ematologico, accompagnandolo in tutte le fasi del suo percorso, dalla diagnosi, alle cure fino al follow up. Grazie ai proventi dei lasciti solidali abbiamo quindi sostenuto importanti ricerche di respiro internazionale, come lo studio GIMEMA sulla LAL Ph +, presentato lo scorso giungo al 24° Congresso Annuale dell’EHA (European Hematology Association) di Amsterdam, e allo stesso tempo abbiamo rafforzato i nostri servizi di assistenza sul territorio.

Un consiglio che mi sento di dare a chi sta pensando di destinare un lascito ad un ente non profit, è quello di consultarsi con un esperto, possibilmente un notaio, per scrivere al meglio le proprie volontà. 

 

Con un lascito testamentario a favore di AIL possiamo trasformare il vostro supporto in un aiuto concreto per i pazienti

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